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Anaci Bergamo: evoluzione tecnologica e futuro della professione

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evoluzione tecnologica nel condominio

L’evoluzione tecnologica nel condominio sta ridisegnando le competenze richieste agli amministratori e il modo in cui gli edifici residenziali vengono gestiti.

L’intelligenza artificiale, la digitalizzazione dei processi, la crescente richiesta di servizi smart e la necessità di formazione continua hanno reso il cambiamento non più una prospettiva futura, ma una realtà concreta.

Questi temi sono stati al centro del convegno organizzato da Anaci Bergamo in collaborazione con Virginia Gambino Editore lo scorso 16 maggio. Si è trattata di un’occasione in cui esperti, amministratori e rappresentanti istituzionali hanno discusso opportunità, sfide ed evoluzioni della professione.

Il progresso tecnologico, l’avanzamento dell’intelligenza artificiale e l’accelerazione dell’innovazione digitale impongono riflessioni sulla necessità di formazione continua e sulla volontà di adattamento al cambiamento.

In questo contesto dinamico, l’assertività, la deontologia professionale e la capacità di tessere relazioni umane autentiche e solide emergono come pilastri fondamentali. Sono temi emersi durante il recente congresso tenuto da Anaci Bergamo, in cui si è discusso di come la velocità con cui le tecnologie evolvono possa generare incertezza e apprensione, specialmente quando si tratta di interfacciarsi con l’intelligenza artificiale.

Il tema

Consapevoli di queste sfide e opportunità, gli amministratori condominiali hanno partecipato al settimo convegno annuale dell’associazione orobica, in collaborazione con la nostra casa editrice Virginia Gambino Editore e a Condominio Sostenibile e Certificato. L’evento di Bergamo, intitolato Evoluzione tecnologica e traino delle professioni, se ci uniamo il futuro è oggi, si è tenuto il 16 maggio e ha rappresentato un’importante occasione di confronto e approfondimento su tali tematiche, cruciali per il settore.

I partecipanti

In mattinata sono intervenuti in apertura, per gli onori di casa, il presidente Anaci Bruno Negrini, il presidente Anaci Lombardia Renato Greca, Silvia Sardone, europarlamentare della Lega, Giovanni Malanchini, consigliere regionale, presidente della Commissione speciale Autonomia e riordino autonomie locali e membro del comitato europeo delle regioni, anche lui della Lega.

Il convegno è poi entrato nel vivo con gli speech di Andrea Finzio, segretario Anaci Nazionale, che ha parlato sul tema Nuove tecnologie e delle forme di aggregazione nell’etica e nella deontologia associativa, seguito da monsignor Giulio Dellavite, che ha approfondito il tema delle Nuove tecnologie e aggregazioni nell’etica della deontologia. Enrico Cazzolino, psicologo, si è invece focalizzato su Innovazione oltre l’abitudine, le relazioni umane nella trasformazione digitale.

Le relazioni

Nel pomeriggio, il dibattito si è spostato sui modi di aggregazione, vantaggi economici, finanziari e fiscali, con l’intervento di Matteo Gualandris, tesoriere Anaci Bergamo. Giacomo Angeloni, assessore del capoluogo orbico, ha centrato la sua relazione Bergamo Smart City come esempio di aggregazione e collaborazione. Gianluigi Bonanomi ha poi parlato delle problematiche connesse con l’intelligenza artificiale e il suo utilizzo nelle professioni, mentre Andrea Mapelli ha illustrato come interrogare l’Intelligenza Artificiale, i casi pratici nella professione dell’amministratore. La giornata si è rivelata un momento di lavoro proficuo e molto partecipato.

Sintesi degli interventi

Anticipare il futuro della gestione condominiale

Bruno Negrini, presidente Anaci Bergamo

Bruno Negrini

Bruno Negrini | Presidente Anaci Bergamo

Nella storia della nostra professione, il mondo del condominio non ha mai subìto cambiamenti così rapidi come negli ultimi 20 anni. A

bbiamo assistito a riforme fiscali, alla revisione della normativa condominiale, all’evoluzione delle professioni, all’impatto del covid che ha accelerato la digitalizzazione e all’introduzione del superbonus, che ci ha posto di fronte a nuove sfide.

Questo ventennio è stato colmo di novità, e noi dobbiamo adeguarci su due fronti: sia per la nostra professione e i nostri studi, sia per rispondere prontamente alle esigenze dei nostri amministrati.

Il mercato ci impone di essere sempre preparati, tra Pnrr e direttive Case green, che sono sicuramente una forte spinta, ma la possibilità di utilizzare nuove tecnologie non deve comunque prescindere dal fatto che l’applicazione debba essere governata dall’intelligenza umana.

Possiamo affrontare tutto questo solo se collaboriamo insieme, se continuiamo a studiare, formarci e supportarci, appunto per riprendere il titolo del convegno: se ci uniamo il futuro è oggi. Anaci in queste parole ci crede fortemente.

Trasformazione tecnologica e formazione al primo posto

Renato Greca, presidente Anaci Lombardia

Renato Greca

Renato Greca | Presidente Anaci Lombardia

Questo convegno è di fondamentale importanza ed è interamente dedicato alla trasformazione tecnologica con i suoi cambiamenti che dobbiamo studiare e assimilare, che ormai sono repentini e inevitabili nel nostro quotidiano. Così come è inevitabile capire l’importanza dell’aggregazione e dell’unione fra di noi. Correre da soli non è più possibile.

Se ci uniamo il futuro è oggi è il titolo scelto per il nostro incontro e sottolinea come solo attraverso la collaborazione potremo affrontare le sfide legate al green, alla tecnologia e alla sicurezza.

Come ogni grande innovazione, l’Intelligenza artificiale, a oggi la più impattante sotto tutti questi aspetti, deve essere governata e utilizzata con consapevolezza e deve essere al servizio dell’uomo e non il contrario.

Anaci crede fermamente nella formazione, nella collaborazione e nell’aggregazione, per questo solo uniti possiamo difendere la qualità del nostro lavoro e il valore del nostro ruolo, che può crescere nella misura in cui riusciamo a interpretare i bisogni dei cittadini e dei condomini, valorizzando e promuovendo un cambiamento sostenibile, accessibile e graduale.

Tutti i dubbi sulle case green

Silvia Sardone, europarlamentare della Lega

Silvia SardoneA voi Amministratori di condominio è richiesto molto: pazienza e resilienza, dovete essere estremamente versatili, ma dovete anche stare attenti alla vostra sicurezza, poiché secondo i dati riportati, sette professionisti su dieci hanno ricevuto minacce alla propria incolumità, poiché dovete adoperarvi per garantire il rispetto reciproco e delle regole.

Ho letto con attenzione le richieste che avete fatto in merito al green e le dichiarazioni relative a una burocrazia pressante: il volume di lavoro generato dal superbonus è stato assorbente, e ritengo che la legislazione debba in generale venirvi incontro.

Per quanto riguarda le Case Green, concordo che non debba essere considerato un provvedimento ideologico.

Il risparmio energetico e l’impatto ambientale sostenibile sono obiettivi validi, ma non è accettabile sanzionare immobili che non possono sostenere i costi di adeguamento, impedendo affitti e locazioni. È fondamentale compensare con buonsenso.

Per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale, l’Europa è stata la prima al mondo a introdurre un regolamento specifico: siamo in una fase iniziale, dove l’obiettivo è utilizzare l’AI, ma al contempo regolamentarla. La mia è una dichiarazione d’intenti per chiarire il fatto che sono disposta sempre a collaborare e a lavorare assieme a voi.

Le sfide dell’intelligenza artificiale in condominio

Giovanni Malanchini, Consigliere Regionale

Giovanni Malanchin

Giovanni Malanchini | Consigliere regionale

Riconosco l’importanza fondamentale delle Associazioni di categoria. Nelle grandi città il vostro ruolo organizzativo e di filtro è cruciale, e il quadro generale dimostra quanto sia fondamentale supportarvi. Per quanto riguarda l’AI, come viene percepita oggi a livello regionale, partiamo dai fatti: è una tecnologia preponderante che avanza e che è ormai parte della nostra quotidianità.

Un tema fondamentale è come le pubbliche amministrazioni possono e devono utilizzarla, con un forte legame alla privacy, all’elaborazione sofisticata dei dati e ai regolamenti. C’è anche un importante tema ecologico: dal punto di vista tecnologico e scientifico, dobbiamo renderci conto che l’utilizzo di ChatGpt, per esempio, comporta un consumo energetico dieci volte superiore a Google.

Questo è fondamentale per la Lombardia, dove tutti desiderano spazio per i data center e non c’è più terreno utilizzabile. La situazione diventa complessa in una regione popolosa come la nostra, dove la richiesta di innovazione è pressante. Il modello da portare avanti però è la condivisione, per avere un’innovazione aperta e accessibile a tutti.

Per la ricerca sull’AI sono stati stanziati 100 milioni di euro, con un sistema che mira a riunire tutti gli stakeholder in un unico tavolo per comprendere su quali esigenze può muoversi. Non si lavorerà a compartimenti stagni: ognuno deve fare la propria parte, per questo vi invito a essere soggetti attivi nei tavoli di confronto, portando le vostre esigenze.

Amministratori e deontologia Hi-Tech

Andrea Finizio, Segretario Nazionale Anaci

Andrea Finizio

Andrea Finizio, Segretario nazionale Anaci

Tra le tante voci comprese nel perimetro delle spese detraibili, anche con il Superbonus c’è stata l’assenza nel compenso dell’amministratore condominiale.

Una figura centrale nella gestione e nella realizzazione degli interventi, ma esclusa dai benefici fiscali.

Un’ingiustificata dimenticanza normativa che andrebbe finalmente corretta, anche alla luce del ruolo sempre più complesso e qualificato che l’amministratore oggi ricopre.

Anche nella fase di recepimento della direttiva Case Green, la figura dell’Amministratore è stata nuovamente messa in secondo piano.

Tuttavia, nel campo tecnologico, ci troviamo a essere protagonisti, ed è per questo che, a livello associativo, ci è stato chiesto di affrontare questa tematica.

L’obiettivo di Anaci è essere portatori e soci fondatori, depositari di un messaggio di valore.

Tra gli aspetti che guidano la politica di Anaci è fondamentale chiarire la nostra politica nazionale e i nostri valori. L’architettura politica della nostra associazione è democratica e si è dotata di strumenti con regole chiare e condivise, dimostrando come il potere associativo, la capacità organizzativa e politica non abbiano nulla a che vedere con la logica dell’uomo solo al comando. Siamo un’associazione che da 30 anni possiede strumenti, competenze e ambiti ben definiti.

Quest’anno festeggiamo un traguardo importante, anche se dovremmo in realtà celebrare i 55 anni di storia, considerando l’unione tra Anai e Aiaci. I nostri padri fondatori, nel 1970, ci hanno trasmesso l’importanza dell’aspetto immobiliare e professionale, inteso come l’arte dell’amministrare. In questo equilibrio democratico, la nostra associazione si basa sui valori della democrazia. Il Congresso, la nostra «camera alta», non elegge solo il presidente, il tesoriere e il segretario, ma anche i probiviri e i revisori dei conti.

Questa è la vera democrazia. In termini di comportamento, richiamiamo i nostri valori, ben espressi nei nostri codici, affinché al messaggio professionale della nostra cultura si unisca il valore etico dell’attenzione ai nostri comportamenti. Da un lato dobbiamo agire come professionisti, dall’altro dobbiamo farlo con la volontà di agire con coscienza.

Il nostro primo motto è stato «la forza dell’unione» e «l’unione che ha fatto la forza». Dobbiamo unire la coscienza perché le norme deontologiche devono incidere su tutta la sfera del professionista. Professioni e professionisti non devono essere fini a sé stessi.

Per riuscire a concretizzare la nostra missione associativa, abbiamo posto al centro la conoscenza, la formazione e l’aggiornamento. La conoscenza è alla base del controllo e della buona gestione e del controllo sugli strumenti. La formazione Anaci, in particolare sull’intelligenza artificiale, è stata studiata in modo approfondito.

Partiamo dall’assioma che non è possibile assumere un atteggiamento anti-digitale: il progresso va sostenuto con delle regole, il che non significa frenare, bensì regolamentare. Anaci unisce l’aspetto etico e comportamentale: qualunque sia il contesto, non si può prescindere dall’uso e dai mezzi tecnologici. Gli amministratori che si affacciano a questa professione devono conoscere l’impatto che le tecnologie hanno sul modo di operare e gestire.

Questi strumenti tecnologici devono essere subordinati a un loro utilizzo responsabile. Ed è necessario, dunque imprescindibile, tutelare la reputazione: attenzione, quindi, alle informazioni e ai dati che siamo chiamati a gestire.

Il tema della deontologia assume quindi un ruolo di maggiore importanza, anche se è spesso contrapposto a quello ontologico, un’antitesi tra il dover essere e l’essere. Credo si possa affermare che una giusta attenzione alla deontologia, al dover essere, aiuti a essere un bravo amministratore.

I valori fondamentali devono essere la comunicazione e la credibilità, ridefinendo i parametri della comunicazione stessa. Per la credibilità, sono necessarie molte riflessioni da parte del professionista sugli strumenti, sul perché e con quali finalità utilizzare alcune tecnologie piuttosto che altre, agendo con consapevolezza e responsabilità. Il professionista dovrà far percepire sé stesso, al di là dell’intelligenza artificiale.

Il proprio agire deve distinguersi da strumenti che non deraglieranno mai dai binari della correttezza. Bisogna essere credibili, trasparenti, sempre. Gestiamo beni altrui, la casa del cittadino, e possiamo farlo solo con la credibilità. Dobbiamo sapere, con la conoscenza, cavalcare l’onda della tecnologia, e seguire una comunicazione responsabile, tenendo come primo comandamento il fatto che l’intelligenza artificiale non può sostituire il rapporto umano e i valori.

Intelligenza artificiale in condominio: un circolo virtuoso

Monsignor Giulio Dellavite, Segretario Generale della Curia di Bergamo

Intelligenza artificiale in condominio

Monsignor Giulio Dellavite, Segretario Generale della Curia di Bergamo

L’intelligenza artificiale in condominio sta trasformando la professione dell’amministratore, offrendo nuove prospettive, sfide e opportunità.

L’AI è percepita allo stesso tempo come minaccia e come risorsa inestimabile, ma la verità è che rappresenta una nuova dimensione della realtà, un cambiamento tridimensionale che richiede di riconsiderare il modo in cui interpretiamo il nostro lavoro e il mondo che ci circonda.

Più che un semplice strumento, l’AI rappresenta un cambio di paradigma: quando si modifica il modo di osservare le cose, le cose stesse mutano, e l’AI ci offre una prospettiva che oggi è ancor più differente.

Potremmo chiederci se l’AI sia la luce in fondo al tunnel, ma la risposta è che è la luce del treno che ci sta venendo incontro.

Possiamo scegliere di farci travolgere, di rimanere indifferenti e adattarci passivamente, di agganciarci e farci trascinare, oppure di salire al volo su questo treno in corsa, ma essere condotti dove desidera qualcun altro.

La vera sfida, tuttavia, è quella di saltare sul treno e guidarlo. Questa è la sfida cibernetica: l’Intelligenza artificiale è una rivoluzione industriale paragonabile all’elettricità, con la differenza che non ha impiegato un secolo per affermarsi e oggi ce l’abbiamo letteralmente in tasca.

È un cambiamento profondo dello stile di vita e dobbiamo considerarla uno strumento che deve adeguarsi a noi, non il contrario.

È fondamentale comprendere che l’Intelligenza artificiale non potrà creare qualcosa di realmente nuovo, poiché la sua funzione è rielaborare dati e concetti già esistenti.

L’intelligenza è un attributo umano, l’artificiale è il modo in cui essa viene gestita. Tutto ciò che compone l’AI è di origine umana: parole, concetti, idee, logiche.

Il contenuto è umano, la modalità di utilizzo è intelligente, mentre l’algoritmo è artificiale. Abbiamo dunque l’Io (umano), lo strumento (artificiale) e il contenuto. L’AI ha la capacità di compiere in un secondo ciò che le persone potrebbero realizzare in un secolo.

Questa velocità quindi ci impone di sviluppare un Io espanso. In questo nuovo paradigma, data la nostra professionalità di amministratori di condominio, quali sono gli elementi chiave?

La nostra preoccupazione principale è la cura della struttura e l’attenzione alle facciate: un edificio deve apparire esteticamente bello, garantendo al contempo abitabilità e benessere.

La relazione tra i condomini è un fattore cruciale non solo per creare un ambiente abitabile, ma anche per assicurare la stabilità del contesto condominiale. Il quinto elemento è la perfezione del nostro operato: la personalità, ovvero una qualità tecnicamente esperta e umanamente plasmata.

L’AI, con la sua dittatura delle risposte, richiede l’aristocrazia delle domande: a una domanda complessa corrisponderà una risposta complessa, a una domanda errata, invece, produrrà una risposta inadeguata.

Dobbiamo imparare a trattare l’AI come uno strumento per rafforzare le nostre capacità esistenti. Queste sono tutte questioni a cui dobbiamo prestare la massima attenzione e per le quali è indispensabile il re-skilling, ovvero lo sviluppo di nuove competenze. Oggi ci troviamo in una condizione simile al paleolitico, ma con un’intelligenza (digitale) quasi divina.

La rinascita della nostra professione deve partire dal nostro benessere, incanalandoci in un circolo virtuoso: il senso crea valore, il valore crea affetto, l’affetto crea effetto, l’effetto crea qualità, la qualità crea profitto, il profitto crea lavoro, il lavoro crea dignità, e la dignità crea senso.

Valore umano nell’era digitale: l’empatia è un vantaggio competitivo

Enrico Cazzolino, psicologo

Valore umano nell'era digitale

Enrico Cazzolino | Psicologo

Il valore umano nell’era digitale si fonda sull’equilibrio tra tecnica e fiducia: la tecnologia è sicuramente un facilitatore, ma non può e non deve sostituire interazioni e relazioni umane.

Spesso la nostra professione ci porta a cadere in trappole mentali, routine fisse, dove il comfort è il vero rischio. L’inerzia è, infatti, la più comoda fra le interazioni dirette e la fiducia cieca negli strumenti tecnologici è un pericolo.

È necessario cambiare le abitudini, dunque, accettando il rischio di uscire da questa zona di comfort e di imboccare percorsi differenti.

È assodato che le scelte etiche, quando vengono compiute, hanno fini positivi: non dobbiamo quindi ricorrere in quel pensiero abituale e nell’agire per conformismo. È necessario e fondamentale riflettere su come le nostre abitudini professionali possano influenzare l’ambiente esterno.

La disparità nell’adozione di tecnologie specifiche tra professionisti crea differenze nelle abitudini operative, ma anche in quelle sociali, come vere e proprie barriere.

I sondaggi effettuati in merito a questo rivelano che negli ambienti di lavoro il desiderio di cambiamento è ampiamente condiviso, ma la difficoltà risiede nel coinvolgere attivamente altri in abitudini più funzionali: in sostanza, è il percorso emotivo che è difficile. Paure e incertezze generano blocchi, perché si è spaventati da qualcosa che non si conosce.

Ma l’altro lato della medaglia tiene in considerazione che credibilità e fiducia si consolidano in base alla coerenza e alla trasparenza con cui vengono mantenute le promesse. Per innescare un cambiamento, quindi, è necessario cambiare abitudini e per attuare una rivoluzione, a volte è necessario l’1%. Basta davvero poco, basta adottare una micro-abitudine, una piccola variazione nelle azioni quotidiane, nella pratica.

È quindi necessario attuare un’innovazione consapevole: sappiamo che l’Intelligenza artificiale può ridurre gli errori tecnici, ma è la nostra visione professionale che deve essere in grado di gestire il rischio.

È fondamentale adottare uno strumento tecnologico solo se questo corrisponde a un valore aggiunto, come può apportarlo in un verbale più snello, nella comunicazione più efficace con i clienti.

Tuttavia, dobbiamo sempre tenere in considerazione che l’apprendimento è efficace ed esponenziale solo se condiviso: deve diventare una buona abitudine il confronto costante con i colleghi fra ciò che funziona e non funziona, sia sul metodo di lavoro, sia sulla tecnologia. Favorisce la crescita, approfondisce l’etica, la scoperta di abitudini migliori, la risoluzione di problemi.

Lo scambio di idee è un’esperienza per migliorarsi ed è provato che aiuta a combattere le resistenze emotive. Sono i feedback e un atteggiamento collaborativo che si rivelano molto più efficaci.

Ma più tecnologia dovrebbe anche presupporre più umanità: è l’empatia il vero vantaggio competitivo, poiché la fiducia non si automatizza, va invece coltivata. Anche nei momenti più difficili, dobbiamo accettare che il cliente ha un bisogno e che, finché non riusciremo a soddisfarlo pienamente, si rivolgerà altrove. È necessario definire l’assertività.

Quindi, per innovare e cambiare, che cosa è necessario fare? Implementare un sistema settimanale, osservare, registrare e modificare ogni singola abitudine. Rendere visibili le buone pratiche con una check-list condivisa, magari, utile anche un diario, una dashboard.

Sono necessari strumenti e sistemi, mantenendo vivi i valori umani. La formula per l’amministrazione del 2030 quindi è tecnologia più relazione. L’innovazione funziona solo se è al servizio di una relazione umana, il che presuppone, che sia fatta insieme.

Forme di aggregazione per amministratori di condominio: soli o in società?

Matteo Gualandris, commercialista, revisore legale e tesoriere provinciale di Anaci Bergamo

Matteo Gualandris, commercialista, revisore, legale e tesoriere provinciale di Anaci Bergamo

Matteo Gualandris | Commercialista, revisore, legale e tesoriere provinciale di Anaci Bergamo.

Non esiste una forma di aggregazione per amministratori di condominio universalmente giusta in termini operativi. Piuttosto, si tratta di un processo sartoriale, con passaggi non assoluti ma personalizzabili in base agli obiettivi e alle modalità di condivisione.

Il mondo del condominio lo sa bene e, infatti, sono diverse le scelte che gli amministratori condominiali sono chiamati a intraprendere quando iniziano la propria attività. La maggior parte degli amministratori si trova di fronte a un bivio: operare come singolo professionista o costituire una società?

La scelta iniziale è quasi sempre individuale. La soluzione più semplice e conveniente è l’apertura di una partita Iva: è agile, snella nella gestione amministrativa e offre vantaggi fiscali sia al professionista che al cliente, con un costo inferiore del 22%. Questa autonomia gestionale consente al professionista di strutturarsi partendo dal basso, senza vincoli decisionali imposti da altri soggetti.

Tuttavia, l’attività individuale presenta criticità significative. Il professionista può trovarsi di fronte a un sovraccarico di lavoro, dovendo gestire assemblee e offrire un servizio completo al cliente.

Malattie, ferie o permessi possono creare difficoltà e assenza di sostituibilità, limitando lo sviluppo professionale. La difficoltà di specializzazione e di aggiornamento, spesso svolto in modo frammentario e online, può incidere negativamente sulla qualità del servizio.

Il rischio reputazionale ed economico è elevato, poiché un errore incide direttamente sul singolo. L’isolamento professionale, inoltre, limita la capacità organizzativa ed economica. La prima forma di aggregazione, in questi casi, è spesso l’appartenenza a una rete o a un’associazione di categoria.

L’attività individuale, una volta raggiunto un limite di sostenibilità, richiede delle scelte. Si può decidere di rimanere piccoli, eventualmente riducendo il numero di condomini gestiti.

Tuttavia, questa scelta è in controtendenza rispetto al mercato, che favorisce senza ombra di dubbio strutture più grandi. Quando l’individualità non è più sufficiente, si considera il passaggio a una delle tante modalità di aggregazione.

forme di aggregazione per amministratori di condominio

I vantaggi dell’aggregazione sono molteplici: maggiore efficienza, crescita professionale ed economica, sostenibilità a lungo termine, competitività, miglioramento della qualità della vita e tutela patrimoniale.

Le opportunità derivanti dall’aggregazione includono efficienza e rapidità d’azione grazie alla distribuzione delle mansioni tra più amministratori, che possono offrire una professionalità più ampia e specializzata. La capacità di gestire più azioni contemporaneamente, anche solo in forma aggregata, consente di sollevare e distribuire il carico di lavoro.

La standardizzazione delle procedure migliora l’efficienza nelle risorse umane, ottimizzando l’organico dell’aggregazione. Si generano economie di scala, abbattendo i costi tramite l’utilizzo condiviso di personale, linee telefoniche e servizi comuni.

Una struttura aggregata ha più facile accesso a finanziamenti e investimenti, e può diversificare le entrate offrendo servizi complementari (manutenzione, assistenza, consulenza tecnica), ampliando così la gamma dei servizi offerti.

La riduzione del rischio individuale e l’efficienza operativa rendono la gestione di una società aggregata più semplice rispetto all’attività individuale.

Dal punto di vista della qualità della vita, l’efficienza aggregativa porta a una riduzione dello stress, consentendo ai professionisti di dedicare più tempo a sé stessi, ridurre l’orario di lavoro e ottenere una maggiore sicurezza economica. Le criticità dell’aggregazione possono essere di natura caratteriale e personale, pur avendo la stessa finalità.

È possibile aggregarsi mantenendo la propria posizione individuale. Tuttavia, l’investimento organizzativo iniziale può essere significativo, non solo dal punto di vista economico. Strutture organizzative più ampie comportano costi fissi maggiori, e non è garantito un risultato economico migliore nell’immediato.

La condivisione dei profitti spesso non si accompagna a una pari condivisione degli oneri. La perdita dell’individualità, in alcune forme aggregative, può essere un fattore rilevante, poiché la struttura prevale sul richia-mo personale. La rigidità in uscita è un altro aspetto da considerare: costruire una struttura ha dei costi, smontarla ne ha molti di più.

Le principali forme di aggregazione, pur con diverse sfumature, sono quelle di studio associato, società di persone, società di capitali, consorzi e cooperative.

Lo studio associato è la forma più semplice e immediata, sebbene in alcuni casi limitata. È adatta a professionisti iscritti a un albo (che potrebbero anche optare per una Stp, Società Tra Professionisti) o a lavoratori autonomi che desiderano avviare un’associazione professionale.

Questa forma è economicamente vantaggiosa per l’avvio, con un unico atto costitutivo, e i professionisti mantengono la propria responsabilità e indipendenza. Dal punto di vista fiscale, funziona con trasparenza, garantendo maggiore stabilità. Le società di persone (Snc o Sas) sono forme aggregative che offrono un risparmio fiscale. Nelle Snc (Società in Nome Collettivo), tutti i soci sono responsabili illimitatamente per le obbligazioni sociali.

Nelle Sas (Società in Accomandita Semplice), i soci accomandatari sono responsabili illimitatamente e sono gli amministratori della società, mentre i soci accomandanti hanno responsabilità limitata al capitale conferito, non possono compiere atti di gestione e ricevono una quota di utile.

L’amministratore unico, in questo tipo di società, può includere la famiglia nella propria attività, condividendo una responsabilità patrimoniale limitata. L’investimento iniziale è limitato, la gestione è flessibile e ogni socio viene tassato per trasparenza in base alla propria quota di partecipazione.

Le società di capitali sono la forma prediletta per chi desidera proteggere il proprio patrimonio. Le principali tipologie includono Srl (Società a Responsabilità Limitata), la forma classica, a cui possono partecipare sia persone fisiche che altre società, Srls (Società a Responsabilità Limitata Semplificata): gratuita e con statuto previsto dal Codice civile, operativamente è simile a una Srl, con un limite massimo di dieci soci, Spa (Società per Azioni) e Sapa (So-cietà in Accomandita per Azioni): quest’ultima, con circa 300 casi in Italia, è utilizzata per mantenere grandi patrimoni, ma presenta soci accomandatari.

Le caratteristiche dell’aggregazione in società di capitali prevedono un investimento iniziale più elevato per la costituzione e la gestione contabile. Gli obblighi contabili e fiscali sono più stringenti (deposito del bilancio, revisione, scritture obbligatorie). La flessibilità decisionale è minore, con maggiore formalismo per delibere, assemblee e consigli.

La responsabilità dei soci è limitata al capitale conferito, garantendo una maggiore protezione patrimoniale. La gestione può essere professionale e digitale, con la possibilità di nominare un amministratore non socio, aprendo a una gestione tecnicomanageriale.

Si garantisce la continuità aziendale, in quanto l’attività non si interrompe in caso di uscita, decesso o impossibilità di un socio. Le società di capitali favoriscono la crescita e lo sviluppo, consentendo l’ingresso di nuovi soci investitori e l’aumento del capitale sociale. Permettono la strutturazione di servizi su larga scala, come la gestione di numerosi con-domini.

Il trattamento fiscale è autonomo, con l’utile tassato a livello societario e non direttamente nel reddito personale, a meno che non vengano distribuiti dividendi, che vengono tassati con una flat tax del 26%.

L’aggregazione in forma di consorzio è un’organizzazione costituita da due o più imprenditori (o professionisti) che si uniscono per coordinare stabilmente alcune fasi delle rispettive attività economiche. L’obiettivo è accrescere l’efficienza, la competitività o l’accesso al mercato, senza perdere la propria autonomia giuridica. Esistono due tipi di consorzio:

  • Consorzio senza personalità giuridica: un accordo tra imprenditori o professionisti che non costituisce un soggetto giuridico autonomo. Non ha autonomia patrimoniale perfetta, agisce in nome e per conto dei consorziati (quindi gli obblighi ricadono direttamente sui membri), è regolato da un contratto consortile e non ha scopo di lucro.
  • Consorzio con personalità giuridica: può avere diverse forme giuridiche (società di capitali, cooperative, enti di gestione pubblici o privati). Ha autonomia patrimoniale perfetta, agisce in nome e per conto dei consorziati, è regolato da uno statuto e da un regolamento, e non ha scopo di lucro.

Il consorzio non rappresenta una finalità di aggregazione in sé, ma uno strumento per raggiungere necessità di sviluppo ed economia di scala, attraverso servizi specifici. L’investimento iniziale è considerevole.

La collaborazione è strutturata senza che i consorziati perdano la propria autonomia. Gli aderenti al consorzio mantengono la propria individualità professionale o societaria, ma si coordinano per offrire servizi integrati.

Si verifica una condivisione di risorse e know-how, che permette di unire strumenti, banche dati, personale e conoscenze tecniche per migliorare l’efficienza operativa. È possibile accedere a servizi comuni (call center, contabilità, segreteria, manutenzioni convenzionate), con conseguente riduzione dei costi.

Un consorzio favorisce la gestione della specializzazione, consentendo a ogni consorziato di concentrarsi su specifiche aree (contabilità, legale, tecnico), creando un’offerta più qualificata. La maggiore visibilità sul mercato è un altro vantaggio, grazie a una maggiore capacità di promozione e marketing rispetto al singolo amministratore o al piccolo studio.

Tuttavia, ci sono maggiori oneri organizzativi: la creazione e la gestione del consorzio richiedono regolamenti, coordinamento, amministrazione interna e gestione dei conflitti. Le divergenze strategiche o le differenze operative tra consorziati possono minare l’efficacia della collaborazione.

L’aggregazione in forma di cooperativa è un’altra opzione. Una cooperativa è una società costituita da più persone (fisiche o giuridiche) che si uniscono volontariamente per soddisfare bisogni comuni di tipo economico, sociale o culturale, attraverso un’impresa a gestione democratica, di proprietà collettiva e senza scopo di lucro individuale.

Esistono diverse tipologie di cooperative: di produzione e lavoro (edilizie, sociali), di consumo (per l’acquisto collettivo di beni), di servizi (cooperative di trasporto, pulizie), edilizia (per la costruzione di case da destinare ai soci) e sociali (per l’inserimento lavorativo o l’assistenza a categorie fragili).

Nel settore dell’amministrazione immobiliare, le più diffuse sono le cooperative di produzione e lavoro (come le cooperative di lavoro e sociali) e le cooperative di servizi (come quelle di trasporto e pulizie).

Le caratteristiche della cooperativa includono una struttura democratica. La cooperativa offre servizi a costo inferiore, ma per legge è vietato ottenere utili individuali. La cooperativa è flessibile nella partecipazione, non richiedendo un atto notarile per l’ingresso, ma semplicemente una lettera di adesione o dimissione.

Tutte queste forme di aggregazione sono sempre legate all’articolo 71-bis delle disposizioni per l’attuazione del Codice civile. Nel momento in cui si decide di costituire una società per svolgere un’attività, questo articolo prescrive che i requisiti professionali devono essere posseduti dai soci illimitatamente responsabili (aver svolto il corso, avere il Dm).

Per esempio, non è possibile creare uno studio associato con un geometra che non ha svolto il corso. Nelle società di persone, tutti i soci devono possedere i requisiti del 71-bis.

Nelle società di capitali, il socio di capitale che non ha responsabilità illimitata non è obbligato ad avere i requisiti. Nelle società cooperative e nei consorzi, la responsabilità limitata dei soci rende soggetto agli obblighi solo l’organo amministrativo.

Se c’è un amministratore unico, è il solo soggetto obbligato. Se ci sono più amministratori con firma disgiunta, tutti sono obbligati; in un consiglio di amministrazione, tutti i membri lo sono, o solo quelli con delega specifica.

Per quanto riguarda gli aspetti fiscali, la percezione di tasse alte per l’amministratore di condominio è una fake news. L’aliquota media, a meno che i redditi non superino gli 85 mila euro, si aggira intorno al 20-25%. La percezione di una tassazione più elevata deriva dalla parte fissa contributiva. L’imposizione fiscale è progressiva per scaglioni.

Nelle società di persone, la situazione fiscale non cambia: la quota di società, divisa tra i soci, viene tassata in base alla quota di partecipa-zione, indipendentemente da quanto percepito.

Nelle società di capitali, la tassazione è autonoma: il socio non è tassato personalmente finché non preleva gli utili, che in quel momento sono soggetti a una flat tax del 26%.

Esiste una norma interpretativa in Italia che consente all’amministratore di prelevare un compenso, riducendo gli utili della società, ma versando più del 24%.

La Srl non è sempre conveniente; è necessario raggiungere un livello di guadagno più elevato per sfruttarne i vantaggi patrimoniali. Un esempio di forma aggregativa è il Cmc (Consorzio Multiservice Condominio), un’aggregazione di associati Anaci che sta portando benefici, coniugando tecnologia e relazioni sociali a favore dell’attività professionale.

Il percorso di Bergamo Smart City

Giacomo Angeloni, presidente Bergamo Smart City e assessore comunale

Giacomo Angeloni, presidente Bergamo Smart City e assessore comunale

Giacomo Angeloni | Presidente Bergamo Smart City e assessore comunale.

Bergamo Smart City è nata da un’intuizione del 2012, prima delle giunte Gori e Carnevali, con l’obiettivo di creare un punto di riferimento per far coesistere gli obiettivi di imprese, aziende e diversi settori nel campo dell’innovazione e della tecnologia.

All’epoca si parlava molto di smart city, oggi di intelligenza artificiale. Serviva un luogo per produrre progetti e attrarre finanziamenti europei. Questa intuizione ha portato alla nascita di un’associazione che, fino al 2014, contava quattro-cinque soci.

Quando l’attuale amministrazione comunale di Bergamo è subentrata, l’idea iniziale era di annullare il progetto, ma si è poi deciso di potenziarlo e rilanciarlo. Dai cinque soci fondatori, l’associazione è cresciuta fino a 28, tra cui anche Anaci Bergamo, che contribuiscono all’innovazione della città, facendo fronte comune e supportandosi reciprocamente.

Questo dimostra che per avere successo è fondamentale collaborare. Le smart city non esisterebbero se le persone non fossero intelligenti e collaborative, poiché l’obiettivo principale è semplificare la vita dei cittadini. Un’attenzione fondamentale di Bergamo Smart City è quella di unire soggetti diversi: da associazioni a imprese informatiche, ad associazioni datoriali, per trovare punti in comune e finanziare progetti.

Di alcuni siamo particolarmente orgogliosi. Il primo riguarda un nuovo processo per finanziare i progetti: mentre gli enti pubblici spesso faticano a erogare contributi, a Bergamo abbiamo lanciato il primo bando di crowdfunding pubblico.

Siamo rimasti sorpresi dalla bellezza delle idee nate in città: un’app per disabili, una casa domotica per ragazzi con gravi disabilità, un progetto bellissimo dell’Acli che permette a giovani e anziani di scambiarsi delle lettere.

 

È stato finanziato anche un progetto che interessa direttamente gli amministratori di condominio: a Bergamo ci sono 45 sale civiche per le riunioni, e mentre prima si faceva tutto online, tranne il ritiro delle chiavi in centro, ora stiamo sperimentando le chiavi elettroniche. Queste sono piccole grandi innovazioni che cercano di risolvere problemi concreti alla gente.Bergamo Smart City

Altri due progetti innovativi riguardano l’esigenza di spazi di coworking in città, emersa fortemente dopo il covid. Bergamo Smart City ha costruito un database osservando spazi di lavoro condivisi e coinvolgendo alcune aziende socie, identificando circa 700 posti in città.

Stiamo realizzando una piattaforma dove chi cerca una scrivania può trovarla e può lavorare comodamente, gestendo anche prenotazioni a lungo termine. Un altro progetto interessante portato a esempio è il crowdfunding al contrario.

Chiediamo alle aziende di proporre progetti di innovazione, con l’obiettivo di farle collaborare e scambiarsi idee, affinché le migliori, quelle che poi vengono scelte, siano oggetto di finanziamento.

Come Comune abbiamo cercato molto la collaborazione con Anaci, poiché l’associazione ha un punto di vista sulla città che l’amministrazione pubblica non ha, e ci consente di intervenire in modo più mirato. Le richieste che arrivano dai condomini sono quelle dei cittadini e per noi sono preziose.

Tranquilli, L’AI non ruba il lavoro in condominio

Gianluigi Bonanomi

Gianluigi Bonanomi

Gianluigi Bonanomi

Il tema dell’Intelligenza artificiale è dirompente e in costante crescita. Il 30 novembre 2022 il mondo ha scoperto ChatGPT, che ha reso possibili cose impossibili. L’obiettivo è comprendere cosa sia l’AI e come possa essere utilizzata da qualsiasi tipo di professionista, in particolare dai knowledge worker.

Utilizziamo chatbot da molti anni, ma quelli erano stupidi e basilari. ChatGPT si è dimostrato diverso: non offre solo conversazioni, ma capacità di ragionamento, o almeno, una parvenza di comprensione che simula quella umana.

È una tecnologia di massa, la più scaricata al mondo, con capacità mai viste prima. Si basa su una rete potentissima di server, seppure la sua sostenibilità sia ancora in discussione.

Non si era mai vista un’AI con una tale conoscenza: la quantità di dati utilizzata per l’addestramento è impressionante, si stima che contenga l’equivalente di 130 milioni di libri. Il Ceo di Google ha affermato che questa rivoluzione è molto più importante dell’invenzione del fuoco o di internet.

Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito a molte rivoluzioni tecnologiche, ma in realtà erano solo passi per arrivare a questa, per avere i dati necessari per ottenere un surrogato del cervello umano.

Ma perché l’AI fa paura? Principalmente per motivi antropologici, la paura di non essere più l’essere più intelligente sulla Terra e la percezione che l’AI sia intrinsecamente cattiva, capace di portare all’estinzione.

Le notizie clickbait amplificano questa percezione. Molti temono di perdere il lavoro: fotografi, addetti al data entry, cassieri, personale del servizio clienti.

Oggi c’è la necessità di automatizzare lavori a basso valore aggiunto. ChatGPT comprende 95 lingue e ha una capacità di ironia pari a metà di quella umana. La velocità con cui programma è spaventosa.

Si stima che l’80% dei lavoratori sarà impattato immediatamente. Uno studio sul futuro del lavoro prevede che entro il 2030 si perderanno 92 milioni di posti di lavoro a causa dell’AI, ma se ne creeranno 170 milioni. La tecnologia crea posti di lavoro, anche se non è detto che tutti riusciranno a ricollocarsi.

Intelligenza artificiale e lavoro

L’AI può rubare il lavoro all’amministratore di condominio? La risposta è no. Per gli impiegati finanziari il rischio è al 100%, per gli avvocati al 22%. Perché? L’avvocato ascolta, parla, negozia, lavora sulle relazioni e sulla comunicazione, aspetti che l’AI non può replicare.

Nessuno vuole un medico di base chatbot. Il mestiere dell’amministratore di condominio, dunque, ha un basso rischio di automazione. Anche se un terzo di questo lavoro può essere compresso dall’AI, consentendo di risparmiare circa un’ora al giorno, in attività che oggi sono considerate marginali e che portano via del tempo.

Salesforce ha inventato chatbot commerciali che vendono autonomamente, ma ha poi assunto mille persone per vendere quella soluzione.

L’AI impara e si caratterizza: per esempio, ho chiesto a ChatGPT di migliorare il servizio Anaci, e il programma ha risposto con suggerimenti come la formazione Cer e la certificazione energetica, basandosi su informazioni che non erano elencate.

Non è intelligente, ma lo sembra, rispondendo alle sollecitazioni in modo convincente. Stiamo delegando molte decisioni all’AI, agli algoritmi, perché non siamo abbastanza veloci o intelligenti.

Il machine learning, una macchina in grado di imparare, è stato testato negli anni Ottanta. Ora che ci sono tutti i dati necessari a formare un’intelligenza surrogata, l’AI ha capito. Ma voglio rassicurarvi: non è l’AI che porta via il lavoro, ma il professionista che non la utilizza.

Prompt AI: come scrivere richieste efficaci per ChatGpt

Andrea Mapelli

PROMPT AI

Andrea Mapelli

Mi occupo di formazione nelle aziende, affiancandole nell’utilizzo delle nuove tecnologie e sviluppando software per imparare a usare nuovi strumenti nelle diverse attività. Siamo abituati a Google, ma con l’AI diventa fondamentale il prompt, l’istruzione che diamo allo strumento.

Un prompt ben formulato ci permette di interagire con l’AI in modo efficiente, intelligente ed efficace. Lo strumento è un assistente, e dobbiamo essere in grado di rimodulare e riformulare la nostra richiesta se capiamo che non ha compreso.

Per quanto riguarda la scelta tra ChatGPT e Gemini, non esiste lo strumento migliore in assoluto; dipende dall’uso che se ne deve fare. Esistono migliaia di strumenti specifici, ognuno con le sue limitazioni.

Gemini è lo strumento di Google, accessibile tramite chat. Perplexity è una via di mezzo tra Google e ChatGPT, offrendo ricerche basate sul web con numerosi riferimenti. Copilot è integrato in alcune versioni di Windows come app. Ci sono account Microsoft gratuiti, e l’integrazione nel browser è ormai comune.

Tutti questi strumenti si assomigliano nelle modalità di ricerca e nelle ricerche approfondite. La base è sempre io chiedo e lui risponde.

Invece di raccogliere informazioni da Google sito per sito, l’AI può fornirle direttamente, indicando le fonti. L’importanza del prompt è cruciale: è consigliabile avere un archivio dove memorizzare le richieste particolari.

Per esempio, si può chiedere quali sono le regole per la detrazione fiscale nel 2025 e poi mirare e modificare la richiesta. Per esempio, «elenca le cinque principali». Si analizza la risposta e si modifica la richiesta di conseguenza. Ciò che chiediamo di fare è fondamentale.

La formattazione della risposta può variare in base al risultato desiderato, ha precisato l’esperto. Come già accennato, l’AI indica sempre le principali regole e consiglia di consultare la guida aggiornata. La stessa chat su Perplexity mostra il ragionamento seguito ed elenca cinque punti con i riferimenti ai siti da cui sono state prese le informazioni.

Ogni conversazione con ChatGPT mantiene la memoria e prosegue la discussione, conservando un raccoglitore di chat. È come avere un assistente con cui interagire, rimodulando o riformulando le richieste. La versione a pagamento di ChatGPT offre funzionalità aggiuntive. La differenza fondamentale è la velocità nell’interrogazione e l’affidabilità del risultato.

Fornendo istruzioni precise, l’AI si adatta alle nostre modalità. Molti strumenti, prima di rispondere, spiegano cosa faranno, il che è importante perché spesso noi scriviamo in modo semplice, ma l’AI sistema il testo. Lo stesso vale per le normative, che l’AI può semplificare e spiegare in modo chiaro.

di Alice Fugazza

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