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Freddo in arrivo: boom di richieste per il riscaldamento domestico e le stufe

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riscaldamento domestico

Con l’arrivo dei primi freddi, in molte case italiane si riaccendono caldaie, stufe e camini: dal 15 ottobre, infatti, in diverse zone del Paese è già possibile attivare il riscaldamento domestico. È quindi giunto il momento dell’anno in cui il comfort termico torna a essere una priorità e con esso la necessità di controllare impianti e dispositivi per garantire efficienza e sicurezza.

Secondo le analisi di ProntoPro, il marketplace di riferimento per i servizi professionali che mette in contatto domanda e offerta, tra settembre e ottobre le richieste di intervento legate al mondo del calore domestico crescono infatti in media del 66%, considerando installazioni, manutenzioni e supporto specifico per la pulizia delle canne fumarie.

Gli italiani si innamorano di nuovo dei camini accesi in inverno: +103% rispetto al 2024

Secondo i dati ProntoPro.it, è questo il periodo dell’anno in cui molti italiani scelgono di installare nuovi sistemi di riscaldamento o sostituire quelli ormai obsoleti. Le evidenze mostrano infatti una crescita decisa per l’installazione di tutte le tipologie di impianti domestici, con un’evoluzione che racconta un cambiamento nelle abitudini e nelle scelte energetiche.

Le stufe a pellet si confermano una delle soluzioni preferite, con le installazioni che aumentano del 72% tra settembre e ottobre e del 26% rispetto al 2024, una tendenza che riflette il crescente interesse verso opzioni a biomassa, capaci di coniugare efficienza e risparmio sul lungo periodo.

Le caldaie, che soprattutto quando collegate alle pompe di calore restano la soluzione più pulita dal punto di vista delle emissioni, pur registrando un aumento più contenuto mese su mese (+56%), mostrano un incremento del +52% rispetto allo scorso anno, segno che la domanda resta solida anche per le soluzioni più tradizionali.

Sono però i caminetti a registrare la crescita più netta: +107% rispetto a settembre e +103% rispetto al 2024, una scelta che non risponde solo a esigenze funzionali, ma anche al desiderio di riportare in casa un calore più autentico e conviviale.

Aumentano gli spazzacamini sui tetti d’Italia (+65%). Milano prima per caminetti a gas, Roma e Napoli scelgono lo scenario romantico della legna

Quando si parla di riscaldamento domestico, uno dei professionisti più richiesti è lo spazzacamino, figura essenziale per la sicurezza e l’efficienza delle canne fumarie, indipendentemente dal tipo di impianto o combustibile utilizzato. Le richieste per questo servizio segnano infatti un +65% tra settembre e ottobre e un +72% rispetto al 2024, a conferma dell’attenzione crescente degli italiani verso la manutenzione preventiva e la sicurezza domestica.

In particolare, il servizio viene richiesto per sistemi di riscaldamento a legna, che rimane di gran lunga la scelta più diffusa in Italia (86%), seguita dai pellet (13%), sempre più apprezzati per la praticità e il minor impatto ambientale.

Dietro questa media nazionale si nascondono però abitudini molto diverse da città a città: a Milano, per esempio, cresce la diffusione dei camini a gas, che raggiungono quasi l’8% delle richieste di intervento (contro le percentuali inferiori al 2% registrate nelle altre principali città d’Italia), mentre a Roma e Napoli la tradizione della legna resta molto radicata, con oltre il 92% dei camini e delle stufe alimentati in questo modo.

Il pellet trova maggiore spazio al Nord, rappresentando l’11% delle preferenze a Milano, contro il 6% di Napoli e il 4% di Roma.
Sul fronte economico, il costo medio per la pulizia della canna fumaria si attesta intorno ai 155€, ma con notevoli differenze territoriali: Venezia è la città più cara (178€ a intervento), mentre Bari e Napoli risultano le più convenienti (rispettivamente 120€ e 122€). Milano e Roma si collocano in posizione intermedia, con tariffe attorno ai 152€ e i 166€.

Manutenzione, revisione e riparazione: +66% per le caldaie e +115% per le stufe a pellet

Oltre alle richieste di installazione di nuovi sistemi di riscaldamento, come dimostrano i dati sugli spazzacamini, crescono anche quelle per la manutenzione, revisione o riparazione degli impianti già esistenti, per garantire sicurezza ed efficienza.

Le richieste per interventi sulle caldaie registrano infatti un aumento del +66% tra settembre e ottobre e del +12% rispetto al 2024, così come aumenta l’attenzione per la cura e la pulizia delle stufe a pellet, tra le priorità degli italiani con un balzo del +115% mese su mese e del +32% su base annua.

Le motivazioni che spingono gli utenti a contattare un manutentore sono molteplici: nel 42% dei casi si tratta della revisione annuale, seguita dal controllo dei fumi (19%) e dalla manutenzione ordinaria (18%), interventi che, se eseguiti prima dell’accensione, permettono di evitare guasti improvvisi, mantenere la massima efficienza e ridurre l’impatto ambientale.

Oltre che un gesto di buon senso, la manutenzione è però anche un obbligo di legge: secondo il D.P.R. 74/2013, ogni impianto termico deve essere sottoposto a controlli periodici, con frequenza variabile in base al tipo di combustibile e alla potenza dell’impianto.

La mancata revisione, oltre a rischi per la sicurezza e a un aumento dei consumi energetici, può comportare sanzioni fino a 500€, mentre la revisione della caldaia costa in media 94€ e la manutenzione delle stufe a pellet si attesta intorno ai 145€.

Una manutenzione professionale e periodica, dunque, non è solo una precauzione stagionale, ma un vero e proprio risparmio e un investimento in comfort, sicurezza e sostenibilità.

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