Raccolta differenziata in condominio: chi paga le multe?

La raccolta differenziata in condominio può causare problemi quando i rifiuti vengono smaltiti in modo scorretto. Spesso, infatti, accade che un condomino non rispetti le regole, smaltendo un rifiuto in modo scorretto, e che, in seguito a un controllo, venga elevata una multa. Ma chi deve pagare quando non è possibile individuare il responsabile?
Le responsabilità dell’amministratore
Quando l’amministratore di condominio riceve la notifica di una sanzione per violazione delle norme sulla raccolta differenziata, la legge gli impone un preciso obbligo: informare tempestivamente l’assemblea.
Lo stabilisce l’articolo 1131 del Codice Civile, secondo cui l’amministratore deve comunicare senza indugio ai condomini qualsiasi provvedimento amministrativo che esuli dalle sue attribuzioni.
Chi paga la sanzione?
Uno dei nodi principali riguarda la ripartizione della multa. Se il condomino responsabile dell’infrazione si assume la colpa, sarà tenuto a versare l’importo dovuto.
Se invece il responsabile non viene identificato, la sanzione ricadrà sull’intero condominio. In questi casi, la soluzione più adottata è la suddivisione dell’importo tra tutti i condòmini sulla base dei millesimi di proprietà, a meno che il regolamento condominiale non disponga diversamente.
Questa scelta non è imposta da una norma specifica, ma si fonda sul principio generale secondo cui le spese condominiali vengono ripartite in proporzione alla proprietà, salvo deroghe stabilite dalla legge o dall’unanime volontà dell’assemblea.
Una conseguenza paradossale di questo sistema è che anche i condòmini che rispettano scrupolosamente le regole della raccolta differenziata potrebbero trovarsi a pagare per gli errori altrui.
Come prevenire sanzioni ingiuste?
Per evitare che l’intero condominio venga penalizzato a causa di comportamenti scorretti di alcuni condòmini, una possibile soluzione è l’installazione di un impianto di videosorveglianza nelle aree comuni, in particolare nella zona adibita alla raccolta dei rifiuti.
La legge consente questa opzione, purché vengano rispettate alcune regole:
- l’installazione delle telecamere dev’essere approvata dall’assemblea con la maggioranza prevista dall’art. 1122-ter del Codice civile, ovvero la maggioranza degli intervenuti che rappresentano almeno la metà del valore dell’edificio, pari a 500 millesimi;
- nella delibera devono essere dettagliate le finalità della videosorveglianza, la durata della conservazione delle immagini, le modalità di accesso ai filmati e le misure di sicurezza adottate per la protezione dei dati raccolti.
Posto che la base giuridica per l’installazione dell’impianto di videosorveglianza la si rinviene nel legittimo interesse e stante la circostanza che occorre, in questa base giuridica, sempre effettuare una valutazione tra gli interessi a videoriprendere e i contrapposti interessi alla riservatezza degli interessati, deve valutarsi con attenzione l’opportunità dell’installazione in considerazione della possibile tempistica maggiora rispetto ai tempi massimi di conservazione consentiti: se infatti, seguendo il principio di conservazione del Gdpr, le immagini non possono conservarsi in ambito condominiale per un tempo superiore ai 7 giorni, spesso il verbale di accertamento dell’eventuale sanzione irrogata per la raccolta differenziata viene notificato al condominio in tempi estremamente più lunghi, rendendo così di fatto inutile la tenuta dell’impianto di videosorveglianza, che non sarebbe nelle condizioni, quindi, di identificare il colpevole trasgressore a causa della molto probabile sovra scrizione delle immagini che riguardano l’illecito.
La presenza della videosorveglianza dev’essere segnalata con cartelli visibili posti prima del raggio d’azione della telecamera. I cartelli in questione devono rimandare all’informativa completa che l’amministratore deve poter mettere a disposizione dei condomini secondo l’art. 13 Gdpr.
Nello stesso tempo, anche la cartellonistica riportante l’indicazione del sistema di videosorveglianza, c.d.: “Informativa di I Livello”, deve riportare una serie di indicazioni quali i riferimenti del titolare del trattamento, dell’amministratore, la finalità che ha portato al trattamento e una succinta indicazione dei diritti degli interessati.
L’adozione di un sistema di videosorveglianza può rappresentare un valido deterrente per scoraggiare comportamenti scorretti e consentire l’individuazione dei responsabili, evitando che le sanzioni colpiscano indiscriminatamente tutti i condomini.
Conclusioni
La raccolta differenziata condominiale, se gestita in modo poco attento, può trasformarsi in una fonte di problemi e sanzioni. La collaborazione tra condòmini e l’adozione di misure di controllo, come la videosorveglianza, possono contribuire a garantire un corretto conferimento dei rifiuti e a evitare ingiuste ripartizioni delle multe.
Un’assemblea ben informata e un’amministrazione attenta sono elementi fondamentali per tutelare il condominio e promuovere il rispetto delle regole.