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Terreal Italia: primo effetto, aumenta la domanda

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Viene prima la posa corretta o il materiale, nel sistema tetto? Se la domanda sembra capziosa, non la pensa così l’architetto Simona Scomparin, product manager di Terreal Italia: «Il cambiamento climatico sta condizionando il modo di costruire e di progettare un tetto. Quindi, per la nostra azienda, come produttori di laterizio, l’applicazione delle regole base indicate dalle normative per la corretta posa dei tetti, ha una rilevanza fondamentale. E mi riferisco alla micro ventilazione, alla ventilazione del sottomanto, all’uso di accessori e pezzi speciali come aeratori o ferma neve, che affiancano il fissaggio stesso delle tegole».

Quindi adeguarsi ai fattori meteo è un’esigenza avvertita dal mercato, un trend o siamo solo all’inizio?

Per ora assistiamo a una corsa a riparare i danni senza prestare troppa attenzione alle corrette procedure. Quindi, sì siamo agli inizi e bisogna condurre un’operazione culturale molto incisiva: non smettere mai l’attività di divulgazione con tutti gli attori della filiera, dai progettisti a chi lavora in cantiere.

La formazione è una componente essenziale, che contribuisce a rendere il sistema più efficace: se ai posatori mancano le nozioni principali c’è il rischio che una procedura sbagliata con il passaparola si diffonda e il danno si estenda a monte. Anche con l’acquisto del prodotto sbagliato per mancanza di conoscenza.

Quindi come scegliere i materiali?

L’argilla è un materiale talmente versatile e longevo che tra tutti quelli presenti è sicuramente quello più prestazionale rispetto ad altri, come comportamento termico oltre a essere molto legato alla tradizione del paesaggio italiano.

Cambieranno i criteri d’installazione?

Una revisione della normativa di riferimento gioverebbe sicuramente a tutti, poiché non è obbligatoria ma caldamente consigliata.

Sono richiesti anche supporti in lamiera più spessi?

La richiesta si concentra sulla listellatura, che può essere di legno o metallica dove adagiare le tegole da fissare con ganci o viti. Mentre un maggiore spessore della lamiera non è un’opzione come supporto, perché non agevola la micro ventilazione sotto manto in quanto piano continuo, mentre una listellatura permette il passaggio dell’aria sotto la tegole.

Ma, in sostanza, il sistema tetto resiste a fenomeni eccezionali?

Esistono dei test che simulano la grandine. Si tratta di test empirici volontari, che possono essere affiancati alle certificazioni obbligatorie per garantire la qualità dei prodotti sul mercato, tra cui una resistenza meccanica molto alta.

Simulare un evento con grandine in un laboratorio è estremamente difficile in quanto le variabili da considerare sono numerose e totalmente casuali ed è chiaro che su un elemento colpito a grande velocità da un chicco di grandine grosso come una pallina da tennis la certezza al 100% della sua resistenza non esiste. Ma, se la soluzione è stata posata correttamente, il danno si limiterà a poche tegole e non all’intera copertura.

C’è stata una crescita della domanda legata agli eventi estremi?

Sì, un notevole incremento, che ci ha messo alla prova. Ci siamo organizzati sia produttivamente che commercialmente e stiamo riuscendo a soddisfare tutti i clienti. Con la gamma di prodotti che abbiamo, siamo riusciti a offrire soluzioni alternative sempre nell’ottica di mantenere uno standard elevato di servizio ai nostri clienti.

Il cambiamento climatico è legato al risparmio energetico e alla sostenibilità…

Da un lato c’è l’industria con il suo ciclo produttivo di tegole e coppi in cotto, che richiede molta innovazione, ricerca e anche tanto tempo.

Però, siamo sulla buona strada a livello di gruppo nel ridurre le emissioni di Co2. Dall’altro, ci sono i benefici di un materiale che non ha valenza solo estetica: il tetto è fatto di tanti strati e il cotto influisce sul pacchetto creando massa e agevolando lo sfasamento dell’entrata e dell’uscita del calore.

In questo modo si contribuisce a rendere l’immobile meno energivoro. Inoltre, abbiamo inserito nella gamma tutta la nuova linea Sunmarco, soluzioni per il fotovoltaico pensate da chi produce manti di copertura.

Può fare un esempio di referenza?

Tutti i prodotti dello stabilimento di Valenza hanno il certificato dell’indice di riflettanza, che è uno dei dati richiesti dal decreto requisiti minimi per la costruzione di edifici che incidano il meno possibile sull’effetto delle isole di calore. Inoltre, posando i tetti con le nostre soluzioni si può richiedere l’estensione della garanzia trentennale di ulteriori 10 anni.

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Autore: Michael