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Le regole per limitare l’eccesso di illuminazione in condominio

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Luci-inquinamento

Le regole e norme per limitare l’inquinamento luminoso e l’eccesso di illuminazione sono diventate stringenti in molte regioni italiane, anche i condomini si devono adeguare.

Ogni alterazione dei naturali livelli di luce notturna dovuta alla luce artificiale genera inquinamento luminoso. La luce artificiale è però sottoposta a limitazione, e quindi alla norma, solo se si disperde fuori delle aree a cui è funzionalmente dedicata, se è diretta verso l’alto, se viene usata in modo esagerato rispetto alle reali necessità e se induce effetti negativi per l’uomo o l’ambiente. Inoltre, generare inquinamento luminoso spesso significa anche consumare molta più energia di quanto sia davvero necessario.

Le fonti di questo tipo di inquinamento risultano essere molteplici: dagli impianti di illuminazione pubblica e privata, a quelli delle zone industriali realizzati con proiettori inclinati di notevole potenza. Ulteriore contributo è poi fornito dall’illuminazione architettonica, spesso direzionata in modo scorretto e con fasci di luce che si diffonde inutilmente anche fuori dalla sagoma della struttura da illuminare.

Danni alla natura

Inoltre, molto dannosa risulta anche l’illuminazione di parchi e giardini, la cui finalità è quasi esclusivamente scenica, disturbando profondamente la vita degli animali notturni e delle piante, alterando spesso in modo irreversibile, processi biologici e di vita. Questo fenomeno, sicuramente si è diffuso con l’avanzare tecnologico delle città.

Nello specifico, l’inquinamento luminoso interessa ogni tipo di luce artificiale indirizzata in maniera consapevole o inconsapevole verso il cielo, rendendo così meno visibili stelle e pianeti, o in alcuni casi oscurandoli del tutto.

Inoltre, l’inquinamento luminoso risulta essere dannoso, come riportato in precedenza, perché può alterare il ritmo e le funzioni biologiche degli uomini, degli animali e anche delle piante, poiché vengono compromesse le fasi del giorno e della notte causa appunto la luce artificiale eccessiva o mal direzionata.

Per esempio, le piante, a causa di questo fenomeno, non riescono a mettere in atto il loro ciclo vitale e, quindi, non possono usufruire di moltissime funzioni come nel caso della fotosintesi clorofilliana, processo indispensabile per il loro nutrimento.

La soluzione, ovviamente, non è smettere di illuminare strade e/o edifici, ma limitare le illuminazioni aggressive attraverso delle scelte progettuali consapevoli che non possano nuocere agli esseri viventi, all’ambiente e anche all’uomo.

Illuminazione-di-parchi-e-giardini

Illuminazione di parchi e giardini

La normativa da applicare

Sul fronte normativo, l’Ente Italiano di normazione (Uni) ha emanato e aggiornato negli anni molte norme, tra le quali troviamo:

  • Norma Uni 10819 Luce e illuminazione, impianti di illuminazione esterna, grandezze illuminotecniche e procedure di calcolo per la valutazione della dispersione verso l’alto del flusso luminoso (ed. 2021)
  • Norma Uni 10439 Illuminotecnica, requisiti illuminotecnici delle strade con traffico motorizzato (ed. 2001)
  • Norma Uni 11630 Luce e illuminazione, criteri per la stesura del progetto illuminotecnico (ed. 2016)
  • Norma Uni/Ts 11726 Progettazione illuminotecnica degli attraversamenti pedonali nelle strade con traffico motorizzato (ed. 2018)

Possono, senz’altro, essere di supporto in fase di progettazione dell’illuminazione delle aree esterne. La norma Uni 10819 prescrive i metodi di calcolo e verifica per la valutazione del flusso luminoso disperso verso l’alto, dalle fonti di luce artificiale dei sistemi di illuminazione nelle aree esterne. I metodi di calcolo sono complementari al progetto illuminotecnico e sono idonei a valutare l’eventuale conformità ai requisiti legislativi, se presenti. Ai fini della presente norma, sono considerati solo i sistemi di illuminazione per esterni, nelle seguenti aree di applicazione:

  • sistemi di illuminazione nei luoghi di lavoro all’aperto (rif. Uni En 12464-2)
  • sistemi di illuminazione stradale (rif. Uni 11248, Uni En 13201 e Uni / Ts 11726)
  • sistemi di illuminazione per esterni di campi e aree sportive (rif. Uni En 12193)
  • sistemi di illuminazione monumentali e architettonici
  • sistemi di illuminazione per le aree esterne di edifici residenziali
  • sistemi di illuminazione per le aree esterne di parchi e giardini

La norma considera anche le insegne luminose e i sistemi pubblicitari illuminati nelle aree esterne, e prescrive anche metodi di calcolo per la valutazione della luce intrusiva emessa dai sistemi di illuminazione stradale e altri sistemi trattati nella norma, sia nelle aree pubbliche che nelle aree private.

La norma non prende in considerazione le condizioni atmosferiche come l’inquinamento, a causa dei fenomeni di complessità e di numerosi elementi di alterazione.

Per quanto riguarda la norma Uni 10439, al suo interno sono indicati i requisiti di quantità e qualità dell’illuminazione stradale per la progettazione, la verifica e la manutenzione di un impianto di illuminazione.

Tali requisiti sono espressi in termini di livello e uniformità di luminanza del manto stradale, illuminazione dei bordi della carreggiata, limitazione dell’abbagliamento e guida ottica e sono forniti in funzione della classe di appartenenza della strada, la quale è definita in relazione al tipo ed alla densità del traffico veicolare.

Illuminazione-strade

Illuminazione delle strade

La specifica uni

La specifica tecnica Uni /Ts 11726 fornisce, nel campo di applicazione e a integrazione della norma Uni 11248, linee guida e prescrizioni per la corretta progettazione illuminotecnica degli impianti a servizio degli attraversamenti pedonali nelle strade con traffico motorizzato.

Il fine della norma è garantire la sicurezza dei pedoni nella progettazione illuminotecnica e rendere visibile al guidatore l’area dell’attraversamento pedonale e i pedoni che vi transitano, in tempo utile per svolgere ogni manovra di sicurezza.

A livello nazionale, un’importante novità normativa è costituita dall’emanazione dei criteri ambientali minimi ministeriali validi per l’illuminazione pubblica, presenti nei seguenti decreti:

  • il decreto ministeriale 27 settembre 2017 (Criteri ambientali minimi per l’acquisizione di sorgenti luminose per illuminazione pubblica, l’acquisizione di apparecchi per l’illuminazione pubblica, l’affidamento del servizio di progettazione di impianti per illuminazione pubblica)
  • il decreto ministeriale 28 marzo 2018 (Criteri ambientali minimi per il servizio di illuminazione pubblica)

Leggi regionali e piani comunali

Il Veneto con la legge regionale 27 giugno 1997, n.22 è stata la prima regione ad adottare un provvedimento contro l’inquinamento luminoso. A seguire si sono aggiunte altre regioni come la Toscana, la Lombardia, il Piemonte e l’Emilia Romagna.

Inoltre, sempre nella regione Veneto è da evidenziare la presenza di linee guida che discendono dalla legge regionale 17/09, che stabilisce l’obbligo per i comuni di dotarsi di Piano di illuminazione per il contenimento dell’inquinamento luminoso (Picil), che costituisce l’atto di programmazione per la realizzazione dei nuovi impianti di illuminazione e per ogni intervento di modifica, adeguamento, manutenzione, sostituzione ed integrazione sulle installazioni di illuminazione esistenti nel territorio comunale.

Il Piano è il documento fondamentale per il contenimento dell’inquinamento luminoso, la valorizzazione del territorio, il miglioramento della qualità della vita, la sicurezza del traffico e delle persone, il risparmio energetico.

di Giancarmine Nastari

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Autore: Michael