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EvaDrop, la doccia che non spreca una goccia d’acqua

Si chiama EvaDrop ed è una doccia smart perché con dei sensori posizionati tra il tubo e il soffione è in grado di avvertire la presenza di una persona ed è progettata per collegarsi un’applicazione per smartphone. Ci si può domandare perché mai della rubinetteria dovrebbe dialogare con un cellulare? Per dirsi cosa? Sembra che il dispositivo sia in grado di misurare quanto sia vicina una persona al soffione e in base a ciò rilasciare l’acqua necessaria. Come un qualsiasi rubinetto che si trova negli hotel, negli aeroporti o in altri luoghi di grande passaggio che no ha manopole o levette? Qualcosa di simile perché EvaDrop capisce se ci si accinge a lavarsi i capelli o se si sta solo aspettando che l’acqua si riscaldi grazie al calcolo della distanza dal soffione: se si è direttamente sotto imposta il flusso d’acqua al 100%, se si è un po’ lontani lo riduce e l’acqua diminuisce man mano che ci si allontana. Semplice e automatico.

Il dispositivo EvaDrop

Il dispositivo EvaDrop

Il meccanismo che regola il flusso di acqua

Il meccanismo che regola il flusso di acqua

La regolazione è definita anche dai dati inseriti nell’applicazione sul cellulare che non solo indicano le preferenze, ma con il passare del tempo la quantità d’acqua utilizzata e gli eventuali risparmi. Per questo c’è un inquietante timer che suona quando si sta perdendo troppo tempo sotto la doccia. In fondo perché la domotica abbia successo il suo futuro non è nell’abuso di tecnologia ma nella ricerca di soluzioni semplici che richiedano poca manutenzione e soprattutto siano effettivamente utili. E il fatto che tracci la temperatura dal momento in cui si aziona il dispositivo e una volta raggiunti i gradi desiderati, mandi un segnale ha i suoi vantaggi. E pure il fatto di fornire informazioni preziose per aiutare le persone a imparare come risparmiare le risorse idriche è interessante se non altro per aumentare la consapevolezza. Ma che con l’applicazione si crei una Eva community dove confrontare i dati provenienti da migliaia di smartphone in tutto il mondo, pare eccessivo. E anche superfluo, basta Facebook per la smania condividere. Eppure, questa tecnologia ha raccolto oltre 130 mila dollari su Indiegogo, il sito internazionale di crowdfunding, di cui la metà donati dall’associazione Shock the Drought per combattere la siccità in California.

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Autore: Virginia Gambino